Sulla spiaggia a sud della cittadina di Vieste sorge un monolite di origine calcarea alto circa 25 metri, Pizzomunno.
Sono molte le leggende che si narrano sul suo conto, a volte simili, altre diverse l’una dall’altra.
La più raccontata è quella che affonda le sue origini tra le pieghe del tempo, quando Vieste era ancora un villaggio di pescatori costituito per lo più da sparute capanne.
Qui viveva un giovane pescatore alto e forte, il suo nome era Pizzomunno, perdutamente innamorato di Cristalda, una ragazza di una bellezza più unica che rara, dai lunghi capelli color oro.
I due erano legati da un amore folle, e niente e nessuno avrebbe potuto spezzare il loro legame e dividerli.
Quando il giovane prendeva il mare a bordo della sua barca, le sirene emergevano dagli abissi intonandogli dolci canzoni, e offrendogli l’immortalità qualora avesse accettato di diventare il loro amante e sovrano.
Pizzomunno, profondamente legato a Cristalda, declinava e respingeva ogni loro proposta, arrivando finanche ad irritare le sirene.
Una notte, quando come sempre i due giovani amanti si stavano recando sull’isolotto che sorge di fronte alla costa, le sirene, gelose e piene di rancore, aggredirono Cristalda, trascinandola con loro nelle profondità degli abissi.
Pizzomunno, non potendo fare niente per la sua amata fu trovato pietrificato dal dolore, il giorno dopo, nel bianco faraglione, che oggi porta il suo nome.
La leggenda vuole però che ogni cento anni a Cristalda viene concesso di tornare in superficie e al giovane di liberarsi dalla sua prigionia, affinchè possano unirsi fino all’alba, per poi attendere altri cento anni.
In alcune verianti della storia, la giovane prende il nome di Vesta o Viesta, o che in realtà la fanciulla fosse foglia di un dio del mare che osteggiava l’amore per il giovane mortale.